Ad alcune settimane dal sisma in mancanza di soluzioni concrete e di ampio respiro da parte dello Stato e delle organizzazioni preposte alla gestione dell’emergenza, la popolazione del centro Italia colpita dal sisma si sta organizzando in autonomia. Da un lato ci sono le famiglie lungimiranti che si sono adoperate per cercare una casette in legno immediatamente disponibile ove trascorrere l’inverno ormai alle porte, Dall’altro lato molte persone incredule delle lungaggini burocratiche per l’arrivo dei moduli abitativi della Protezione Civile, sono costrette ad accamparsi ancora presso rifugi di fortuna, come auto o tende.
Amatrice, Norcia: il punto della situazione sulle casette post-sisma
Amatrice e Norcia erano bellissimi paesi tra le colline, ma ormai hanno l’aspetto di un ambiente a cielo aperto, dove oltre cinquemila persone si arrangiano come possono vivendo, o meglio, sopravvivendo alla devastazione del terremoto, in rifugi precari e sovraffollati. Tale situazione sconvolgente ha reso necessario, anche grazie alla impreparazione dello stato Italiano, una ricostruzione “fai da teù” da parte delle popolazioni locali. Le famiglie più concrete hanno accelerato i tempi, organizzandosi in autonomia e iniziando la propria personalissima rinascita, magari con l’ausilio di un ingegnere locale per le poche ed essenziali pratiche. Questi nuclei famigliari hanno comprato delle casette in legno e le hanno montate in luoghi adiacenti e forniti di qualche forma di utenze e rete fognaria.
Le casette in legno: ancora di salvezza
Roberto Pasqua, a capo della Comunanza agricola di Castelluccio, si alterna tra un’abitazione in cemento a San Benedetto del Tronto ed una casetta di legno a Norcia. Ci riferisce: “Della fornitura di energia elettrica – dice Pasqua – se ne occupano i tecnici dell’Enel, che intervengono su richiesta ovunque sorgano questi piccoli villaggi-ranch“. In questo modo tante persone, consapevoli dei lunghissimi tempi d’attesa, sono corse ai ripari per tornare, nel minor tempo possibile, alla normalità. Nessuno, infatti, vuole rientrare nelle proprie case, neppure chi potrebbero farlo. La paura è troppa e in molti temono il rischio di eventuali crolli. Per tale ragione, la maggior parte dei nursini ha scelto di puntare sulle casette in legno, molto più stabili e sicure, soprattutto dal punto di vista sismico. Tuttavia, nonostante si tratti di abitazioni con elevate prestazioni (termiche, acustiche, energetiche e sismiche) e dal costo contenuto (si parla in termini di poche migliaia di euro) non tutti possiedono una liquidità immediata per realizzarle. Le casette in legno, rientrano nelle tipologie abitative dell’edilizia d’emergenza, giacché rispettano determinati requisiti, tra cui: la non necessità di essere rigidamente infisse nel terreno, il carattere di temporaneità dell’installazione, la leggerezza, la trasportabilità, la rapidità d’installazione e l’immediata funzionalità. Malgrado ciò le casette di legno provvisorie in blockhouse permettono una ottima durabilità nel tempo e resistenza agli agenti ambientali, in quanto il legno massello che le compone agisce come isolante naturale rispetto l’esterno e mantiene alto comfort interno. Il costo delle casette di legno provvisorie è abbastanza accessibile e generalmente è compreso fra i 5.000€ ed i 10.000€ per dimensioni che variano tra i 20mq ed i 50mq.