Le zone del centro Italia interessate dal terremoto di queste settimane sono in ginocchio a causa della lentezza burocratica nel far fronte all’emergenza. È notizia di questi giorni che alcuni comuni interessati dal sisma hanno addirittura bloccato tutte le pratiche edilizie e non ne ricevono di nuove. Ciò comporta ovviamente una confusione generalizzata nelle popolazioni colpite che da un lato sono costrette a dormire in auto oppure in tende dove la temperatura di notte sfiora lo zero, dall’altro non vedono una soluzione immediata alla loro situazione. Beffa ulteriore arriva dal governo che promette che i moduli abitativi per i terremotati saranno disponibili fra 7 mesi! Nel frattempo, quindi, ci si aspetta che le popolazioni con case inagibili o crollate attendano pazientemente che l’inverno passi sperando che le istituzioni si sveglino e facciano qualcosa di concreto e non solo promesse.
In realtà, grazie ai nostri ingegneri sul territorio che giornalmente si occupano delle pratiche burocratiche per persone che devono avere un tetto sicuro sotto il quale dormire, sappiamo che una “strada burocratica” percorribile in fretta e senza problemi esiste per poter installare in pochi giorni una casetta in legno dove rifugiarsi per dormire qualche ora sonni tranquilli durante questo periodo di urgenza/emergenza.
Se si possiede un terreno agricolo con una costruzione presente ad uso abitativo già presente sul terreno (ad esempio una azienda agricola che possiede terreno e l’abitazione sul terreno stesso) per la legge italiana può edificare:
- Un edificio abitativo di 1mq per ogni ettaro di terreno agricolo posseduto
- Un edificio non abitativo ma registrato come “ANNESSO AGRICOLO DI PERTINENZA DELL’EDIFICIO ESISTENTE” di 40mq ogni ettaro di terreno agricolo posseduto.
La seconda soluzione dei 40mq di annesso agricolo edificabile è la strada che spesso consigliamo per poter immediatamente avere una casetta in legno, calda e robusta, dove trascorrere questo periodo di emergenza. Infatti tale edificio, nel momento che le autorità locali chiederanno di renderlo “definitivo” con la registrazione al catasto (ad esempio fra 5/7 anni passata l’emergenza quando i comuni si struttureranno per cominciare a verificare tutte queste costruzioni temporanee fatte post-sisma) è registrabile tranquillamente come appunto “annesso agricolo” semplicemente rivestendolo esternamente con un cappotto (solo intonaco oppure anche cappotto isolante) in quanto la legge prescrive che un annesso agricolo non abbia il legno a vista esternamente.
Quindi, la legge permette di montare subito un prefabbricato in legno per terremotati di dimensioni anche elevate (le dimensioni massime sono funzione della quantità di terreno posseduta), quindi far fronte alle cogenti esigenze di sicurezza delle popolazioni terremotate e di poter essere in regola con le autorizzazioni locali nel momento che la PA locale deciderà di verificare tali costruzioni.